Dalla Profondità dell’Inconscio alla Comprensione Mentale: Unione tra Jung e MBT

Psicoanalisi Contemporanea: La Ricerca di una Sintesi tra Simbolismo e Mentalizzazione

Introduzione

Nella psicoanalisi contemporanea, si avverte sempre più la necessità di un approccio olistico e integrato che non sia un semplice sincretismo, ma una vera e propria sintesi dialogica tra i diversi orientamenti psicoanalitici. Questo tipo di integrazione non può essere raggiunto attraverso l’accostamento meccanico di tecniche diverse, ma richiede un dialogo profondo tra le teorie e le pratiche, dove ogni approccio può arricchire e illuminare gli altri. In questo senso, i terapeuti che si pongono in modo aperto, libero e in costante ricerca rappresentano l’eredità più autentica dei padri fondatori della psicoanalisi, come Freud, Jung e gli altri pionieri che hanno sempre esplorato nuovi territori con curiosità e rigore scientifico.

In questa prospettiva, diventa cruciale considerare come due approcci apparentemente distinti, come la psicoterapia junghiana e la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT) di Peter Fonagy e Anthony Bateman, possano dialogare e arricchirsi reciprocamente. La psicoterapia junghiana, con la sua enfasi sull’individuazione e sull’integrazione dell’inconscio attraverso il simbolismo e la filosofia di vita, e la MBT, focalizzata sullo sviluppo della capacità di comprendere e interpretare gli stati mentali propri e altrui, rappresentano due strade diverse ma potenzialmente complementari.

Sintesi tra la Psicoterapia Junghiana e la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT)

La psicoterapia di Carl Gustav Jung e la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT), pur provenendo da contesti teorici differenti, possono essere integrate per offrire un approccio olistico alla cura psicoterapeutica. Mentre Jung pone l’accento sull’individuazione e l’integrazione dell’inconscio attraverso il simbolismo, la MBT si concentra sullo sviluppo della capacità di mentalizzazione, cioè la capacità di comprendere e interpretare i propri stati mentali e quelli degli altri.

Breve Storia della Terapia Psicoanalitica

La psicoterapia psicoanalitica nasce con Sigmund Freud alla fine del XIX secolo. Freud sviluppa il concetto di inconscio e introduce l’idea che i sintomi psicologici siano espressione di conflitti inconsci. La psicoanalisi classica si concentra su tecniche come l’associazione libera, l’interpretazione dei sogni e il transfert per esplorare l’inconscio. Successivamente, Carl Jung si distacca dalle teorie freudiane e sviluppa la psicologia analitica, che amplia il concetto di inconscio includendo l’inconscio collettivo e gli archetipi. Jung integra la psicoterapia con aspetti spirituali e filosofici, sottolineando l’importanza dell’individuazione.

Con il passare del tempo, la psicoanalisi si evolve, dando origine a diverse scuole di pensiero, tra cui la psicologia dell’Io, la teoria delle relazioni oggettuali e la psicologia del Sé. Negli anni ’90, Peter Fonagy e Anthony Bateman sviluppano la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT), inizialmente come trattamento per il disturbo borderline di personalità. La MBT è radicata nella teoria dell’attaccamento e nella psicodinamica, ma pone un forte accento sul miglioramento delle capacità di mentalizzazione, ossia la capacità di comprendere il comportamento proprio e altrui in termini di stati mentali.

Integrazione di MBT e Psicoterapia Junghiana

Aspetti Olistici e Integrazione

  1. Mentalizzazione e Individuazione: La MBT può essere integrata con la psicoterapia junghiana attraverso l’idea che la capacità di mentalizzare e comprendere gli stati mentali sia un passo fondamentale nel processo di individuazione. La capacità di mentalizzazione aiuta il paziente a diventare più consapevole delle proprie dinamiche interiori, che è un prerequisito per l’integrazione degli elementi inconsci promossa da Jung.
  2. Relazione Terapeutica: Sia Jung che Fonagy/Bateman riconoscono l’importanza della relazione terapeutica. Per Jung, la relazione è uno spazio simbolico dove si manifestano il transfert e il controtransfert, fondamentali per l’individuazione. Per la MBT, la relazione terapeutica è cruciale per sviluppare la mentalizzazione, poiché il terapeuta funge da modello e contenitore per il paziente. Integrando questi approcci, il terapeuta può utilizzare la relazione come un mezzo per promuovere sia la mentalizzazione che l’individuazione.
  3. Simbolismo e Mentalizzazione: Mentre Jung enfatizza il ruolo dei simboli nel rendere espliciti i contenuti inconsci, la MBT può aiutare il paziente a comprendere questi simboli non solo come rappresentazioni psichiche ma anche come riflessi dei loro stati mentali e delle relazioni interpersonali. Ad esempio, un sogno o un’immagine archetipica potrebbe essere esplorato attraverso la lente della mentalizzazione, aiutando il paziente a collegare il simbolo ai propri pensieri e sentimenti.
  4. Adattamento Sociale e Crescita Personale: Jung mette in guardia contro l’adattamento sociale forzato a discapito della crescita personale, mentre la MBT riconosce che una parte della mentalizzazione coinvolge la comprensione delle dinamiche sociali. Integrando questi approcci, il terapeuta può aiutare il paziente a trovare un equilibrio tra il mantenimento della propria autenticità e l’adattamento alle esigenze sociali, senza compromettere il processo di individuazione.

Utilizzo Pratico di MBT in un Contesto Junghiano

  • Fase Iniziale: Utilizzare la MBT per migliorare la capacità del paziente di comprendere e regolare i propri stati mentali, creando una base di sicurezza emotiva necessaria per affrontare i contenuti inconsci.
  • Integrazione del Simbolismo: Una volta sviluppata una capacità di mentalizzazione sufficiente, integrare l’analisi simbolica junghiana per esplorare i contenuti inconsci e archetipici.
  • Esplorazione della Relazione Terapeutica: Utilizzare il transfert e il controtransfert come strumenti per approfondire la comprensione del sé e degli altri, sia attraverso la lente junghiana che attraverso la mentalizzazione.
  • Fase Avanzata: Promuovere l’individuazione, aiutando il paziente a integrare i contenuti inconsci emersi durante il processo e sviluppando una filosofia di vita coerente che sia in armonia con le sue esigenze psicologiche e sociali.

Conclusione

L’integrazione della Psicoterapia Junghiana con la Terapia Basata sulla Mentalizzazione offre un approccio olistico e flessibile che può adattarsi alle esigenze individuali dei pazienti. Questa combinazione permette di esplorare profondamente l’inconscio e al contempo di sviluppare competenze pratiche per la regolazione emotiva e la comprensione interpersonale, rendendo il percorso terapeutico più ricco e completo.

Bibliografia

  • Jung, C. G. (1966). La pratica della psicoterapia: Saggi sulla psicologia del transfert e altri argomenti. Torino: Bollati Boringhieri.
  • Fonagy, P., & Bateman, A. (2006). Mentalization-based treatment for borderline personality disorder: A practical guide. Oxford: Oxford University Press.
  • Freud, S. (1912). La dinamica del transfert. In Opere Complete di Sigmund Freud (Vol. VII). Torino: Bollati Boringhieri.
  • Bateman, A. W., & Fonagy, P. (2012). Handbook of Mentalizing in Mental Health Practice. Washington, DC: American Psychiatric Publishing.
  • Stein, M. (1998). Jung’s Map of the Soul: An Introduction. Chicago: Open Court.
  • Fonagy, P., Gergely, G., Jurist, E. L., & Target, M. (2002). Affect Regulation, Mentalization, and the Development of the Self. New York: Other Press.
  • Jacoby, M. (1984). Individuazione e psicoterapia junghiana. Roma: Astrolabio Ubaldini.
  • Holmes, J. (2010). Exploring in Security: Towards an Attachment-Informed Psychoanalytic Psychotherapy. London: Routledge.
  • Fordham, M. (1957). Jungian Psychotherapy and Contemporary Infant Research: Basic Patterns of Emotional Exchange. London: Karnac Books.
  • Kernberg, O. F. (2004). Aggressivity, Narcissism, and Self-Destructiveness in the Psychotherapeutic Relationship: New Developments in the Psychopathology and Psychotherapy of Severe Personality Disorders. New Haven: Yale University Press.

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