Abbiamo detto che la teoria della mente è quella facoltà che consente alle persone di leggere, comprendere, intuire il pensiero e le emozioni dell’altro. Saper raccontare bugie comprende la competenza di teoria della mente. Perché le persone dicono le bugie?
I motivi sono vari e sta di fatto che le bugie vengono raccontate dall’infanzia fino all’età adulta e l’indice del racconto di bugia è sicuramente correlato alla capacità di lettura della mente dell’altro. Nell’infanzia i bambini quando acquisiscono la capacità di comprendere gli stati mentali dell’altro, quando acquisiscono le competenze di teoria della mente apprendono anche ad elaborare le bugie. L’elaborazione delle bugie va di pari passo con lo sviluppo della competenza del gioco di finzione.
Nell’età adulta assistiamo a una moltitudine di racconti di bugie sociali che le persone elaborano in varie situazioni per ovviare A sentimenti spiacevoli come l’imbarazzo o la vergogna, o per mascherare l’incapacità ad essere se stessi e riuscire così ad essere accettati nella relazione con l’altro. La bugia raccontata bene dà la misura anche della capacità intellettiva dell’altro, della capacità di empatia e di vari altri sentimenti quali la paura di non essere adeguati alle relazioni. Dunque il raccontare bugie non è di per sé una qualità negativa ma diventa una caratteristica negativa della persona quando la bugia e la narrazione di finzione diventano sostitutivi della realtà e la persona sostituisce la finzione per la realtà.
Si spalanca così una dimensione dove il racconto delle bugie diventa profondamente problematico. Ecco che la narrazione della bugia diventa veramente negativa e in questo ambito si possono aprire diversi scenari.
Lo scenario più immediato che può darsi su un piano relazionale positivo è che la persona bugiarda abbia la fortuna di trovarsi al cospetto di una fata turchina che possa consentire un’integrazione alle varie parti del sé. Come nella fiaba di Pinocchio La fata turchina può curare il burattino soltanto attraverso una relazione d’amore. La medicina comporta al burattino l’uscire dalla situazione di confort.
Per divenire persona è necessario intraprendere con coraggio la propria strada ed osare anche fare errori. In termini psicoanalitici e necessario intraprendere un percorso di individuazione, è necessario affidarsi alla vita, divenire il Matto dei tarocchi. questo primo scenario è faticoso ma porta la persona verso la pienezza del sè.L’altro scenario porta verso la frammentazione della soggettività, la persona bugiarda si trova gettata nel caos dell’esistenza e spesso precipita in una follia più o meno evidente.
La bugia in questo caso non è più il sintomo di una personalità solamente immatura, ma diviene sintomo ossessivo . In questo ambito, assistiamo ad una varietà veramente impressionante di usi della bugia finalizzato al raggiungimento di un proprio interesse egoico oppure finalizzato a nascondere le proprie inadeguatezze, le paure, le angosce. È nella relazione d’amore che l’uso della bugia smaschera pienamente il soggetto che può osare osservare se stesso e trovare il coraggio per conoscersi in verità.
Il personaggio nella relazione d’amore può essere nudo, in contatto con se stesso e riflettere sull’uso della bugia, della finzione e delle catene che le rappresentazioni bugiarde strutturano. La condizione sine qua non di questa operazione e la fiducia nella relazione con l’altro. In una relazione di amore sicuro dove gli amanti si affidano con coraggio l’ uno all’ altro è possibile integrare le parti di sé frammentate e narrate attraverso le varie strutturazione bugiarde. Se la relazione d’amore non è tale e il patto di affidamento reciproco è carente per vari motivi I soggetti diventano sempre più schiavi delle narrazioni bugiarde, anzi la bugia diventa il paradigma necessario per reggere la situazione la relazione è chiaramente in questo contesto disfunzionale ovvero diviene tutto meno che una relazione d’amore e gli scenari sado masochistici proliferano in tutte le variabili possibili.