Oltre l’Apparenza: Il Volto Selvaggio che Seduce e Spaventa

Il volto femminile nell’immagine, richiama un’immagine archetipica profonda, radicata nel mito, nella letteratura e nella psiche collettiva. Questo volto è quello che incarna il mistero, l’ignoto, e che richiama una dimensione ancestrale e primordiale dell’esistenza umana. È il volto della donna selvaggia, che affascina e spaventa, che rappresenta ciò che sfugge al controllo razionale e alle strutture sociali.

Il volto nascosto e selvaggio

Il “volto nascosto” è simbolo di quella parte dell’essere femminile che non si conforma alle norme sociali, che si sottrae allo sguardo giudicante della società. Questa dimensione selvaggia rappresenta l’aspetto istintuale, libero da vincoli, una forza che non si lascia addomesticare. È il volto delle sirene che Ulisse osa ascoltare, sapendo però di dover mantenere una distanza. La loro voce, il loro richiamo, rappresentano l’attrazione verso l’ignoto, l’irrazionale, ma anche il pericolo che vi si annida. Il fatto che Ulisse si faccia legare all’albero della nave per ascoltare, ma non per cedere, simboleggia il tentativo dell’uomo di confrontarsi con queste forze oscure, mantenendo però il controllo.

L’aspetto oscuro dell’istinto femminile

Dietro l’apparenza delle cose, c’è un mondo che l’istinto femminile esplora con acume e profondità. Questo aspetto oscuro non è necessariamente maligno, ma è quello che sfida le convenzioni, che interroga la realtà da prospettive diverse, che mette in discussione le certezze. Si manifesta nei sentimenti più complessi, nelle intuizioni profonde, che spesso spaventano perché vanno oltre la superficie e rivelano verità scomode o inquietanti.

Il volto che inquieta l’uomo

Il volto che ha sempre inquietato l’uomo, spingendolo alla caccia delle streghe, è quello che incarna questa conoscenza oscura e selvaggia. La figura della strega, nel corso della storia, è stata perseguitata perché rappresentava una minaccia all’ordine stabilito, un volto femminile che non si piega, che non si sottomette, che è capace di scardinare le apparenze e di attingere a un sapere diverso, arcano, spesso incomprensibile e per questo temuto.

Conclusione

Questo volto del femminile è al tempo stesso affascinante e terrificante, perché rappresenta la dimensione del mistero, del potere che sfugge al controllo. È la forza della natura, della vita e della morte, della creazione e della distruzione. Incarna la dualità della bellezza e del pericolo, della dolcezza e della ferocia. È quel volto che, come le sirene di Ulisse, attrae irresistibilmente ma al contempo minaccia di condurre alla rovina chi vi si avvicina senza comprendere il rispetto e la distanza che richiede.

L’ambivalenza che gli uomini spesso provano nei confronti di questo volto femminile, che attrae e spaventa allo stesso tempo, si riflette in varie forme di coping che vengono messe in atto all’interno dei rapporti d’amore. Queste strategie possono essere consapevoli o inconsapevoli e rappresentano modi per gestire il conflitto tra il desiderio di avvicinarsi a questo volto affascinante e la paura delle sue implicazioni profonde e incontrollabili.

1. Razionalizzazione

Una delle forme più comuni di coping è la razionalizzazione. L’uomo, di fronte all’intensità del volto selvaggio e misterioso della donna, può cercare di razionalizzare il rapporto, riducendolo a una serie di dinamiche prevedibili e controllabili. Questa strategia permette di mantenere una distanza emotiva e di evitare di confrontarsi con l’aspetto oscuro e irrazionale del rapporto. Attraverso la razionalizzazione, l’uomo cerca di “spiegare” o “comprendere” il comportamento della donna in termini logici, depotenziando così il suo impatto emotivo.

2. Idealizzazione

Un’altra forma di coping è l’idealizzazione. In questo caso, l’uomo proietta sulla donna un’immagine idealizzata, che esclude gli aspetti più inquietanti e complessi della sua personalità. Questo meccanismo permette di mantenere l’attrazione e il desiderio, evitando però di affrontare le parti più oscure del rapporto. L’idealizzazione può portare a una sorta di fuga mentale, in cui l’uomo si innamora di un’immagine perfetta e irreale, piuttosto che della persona reale con tutte le sue sfaccettature.

3. Distanziamento emotivo

Il distanziamento emotivo è una strategia che molti uomini utilizzano per gestire l’ambivalenza del rapporto. Invece di confrontarsi direttamente con il volto selvaggio della donna, possono scegliere di mantenere una certa distanza emotiva. Questo distacco può manifestarsi in vari modi: evitando discussioni profonde, riducendo l’intimità emotiva o semplicemente immergendosi in altre attività che li tengano lontani dal confronto diretto con la complessità del rapporto. Questo meccanismo permette di mantenere il rapporto senza affrontare le paure più profonde.

4. Controllo

Un’altra strategia di coping è il controllo. L’uomo può cercare di gestire l’ansia e l’insicurezza legate al volto misterioso della donna tentando di controllare il rapporto. Questo può avvenire attraverso comportamenti possessivi, gelosia o imponendo regole e limiti nel rapporto. Il controllo diventa un modo per gestire l’angoscia provocata dall’incapacità di comprendere pienamente l’altra persona e dall’influenza che questa può avere su di lui.

5. Oscillazione tra vicinanza e distanza

L’ambivalenza può portare a un ciclo di avvicinamento e allontanamento. In questa dinamica, l’uomo può alternare momenti di grande vicinanza e passione a periodi di distanza e freddezza. Questa oscillazione è una risposta alla difficoltà di gestire il conflitto tra il desiderio e la paura. Quando il volto femminile diventa troppo intenso o minaccioso, l’uomo si allontana; quando la distanza diventa troppo grande e il desiderio prevale, torna ad avvicinarsi. Questo meccanismo può creare una dinamica instabile nel rapporto, ma permette all’uomo di mantenere una forma di controllo sul proprio coinvolgimento emotivo.

6. Ironia e umorismo

Infine, l’ironia e l’umorismo possono essere strumenti per gestire la tensione. Sdrammatizzare le situazioni o fare dell’ironia sugli aspetti più oscuri e complessi del rapporto può aiutare a rendere più tollerabile il confronto con il volto selvaggio e misterioso della donna. L’umorismo diventa così una forma di difesa, una modalità per esorcizzare la paura e l’angoscia, mantenendo al contempo una certa leggerezza nel rapporto.

Conclusione

Queste forme di coping riflettono la complessità e l’ambivalenza dei rapporti d’amore, dove il desiderio si mescola alla paura e l’attrazione all’ansia. Gli uomini, di fronte al volto femminile che attira e atterrisce, possono mettere in atto queste strategie per gestire l’intensità emotiva del rapporto. Tuttavia, queste forme di coping, se portate all’estremo, possono anche impedire una reale connessione e intimità, mantenendo il rapporto su un livello superficiale o instabile. La sfida sta nel trovare un equilibrio tra il desiderio di avvicinarsi a questo volto e la necessità di proteggersi dai suoi aspetti più inquietanti.

Bibliografia

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    • Questo testo esamina la psiche femminile attraverso miti e racconti, focalizzandosi sull’archetipo della “donna selvaggia” e il suo potenziale trasformativo. Estés utilizza narrazioni ancestrali per illustrare le forze primordiali presenti nel femminile.
  2. Jung, C. G. (1955). Anima e animus. In Opere, Vol. 7. Torino: Bollati Boringhieri.
    • Jung analizza le figure archetipiche dell’Anima e dell’Animus, rappresentazioni del femminile e del maschile nella psiche, esplorando la complessità dei rapporti interpersonali e dell’inconscio collettivo.
  3. Bolen, J. S. (1984). Le dee dentro la donna. Milano: Astrolabio.
    • Bolen esplora vari archetipi femminili attraverso le figure mitologiche greche, fornendo una lettura dettagliata delle diverse espressioni del femminile, incluse quelle legate al potere e alla ribellione.
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    • Un’analisi dei sogni maschili in cui appaiono figure femminili, rivelando aspetti inconsci e spesso inquietanti del femminile nella psiche maschile, attraverso una prospettiva junghiana.
  5. Freud, S. (1913). Totem e tabù. Torino: Bollati Boringhieri.
    • Freud esplora il legame tra paure inconsce e figure femminili, analizzando i meccanismi di repressione e desiderio, che sono fondamentali per comprendere la dinamica tra i sessi.
  6. de Beauvoir, S. (1949). Il secondo sesso. Milano: Il Saggiatore.
    • Un’opera cardine del femminismo, che analizza la posizione della donna nella società, affrontando le paure e i pregiudizi che circondano il femminile.
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    • Lacan esamina il concetto di desiderio e mancanza, esplorando il femminile come enigma che attrae e spaventa, un tema centrale nella psicoanalisi lacaniana.
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    • Kristeva esamina il concetto di abiezione e come il corpo femminile venga associato a sentimenti di repulsione e fascinazione, contribuendo alla teoria dell’orrore e del femminile.
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    • Clover esplora la rappresentazione del femminile nei film horror, evidenziando come la donna sia rappresentata sia come vittima sia come forza minacciosa.
  14. Joseph Campbell Foundation. Risorse online su mitologia e archetipi femminili selvaggi. Disponibile su: https://www.jcf.org.
  15. Jungian Center for the Spiritual Sciences. Articoli e seminari sul simbolismo femminile e dinamiche psichiche. Disponibile su: http://www.jungiancenter.org.

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