Una ballata per Demetra e Proserpina
Fate, girotondo ancestrale
d ‘essenze eternali,
all’ombra lunare
si avvera la nascita della primavera.
Ho bevuto il Ciceone,
le fate mi conducono per mano,
ora posso assistere
alla suprema visione.
Ombrose membra
bramano bare,
are e altari su cui riposare.
Solare inibizione
di un corpo privo di emozione.
Sion, città solenne
d’innocenti persuasioni,
canta le odi dei trapassati,
infossati nella memoria
come sovrani mummificati.
Raggelate le emozioni da reali allucinazioni:
Dragoni di frigide regioni
Destati da sonni infernali
infierano su ferite da angeli senza ali;
Alice, spettatrice impassibile,
Recide il filo invisibile
che tiene le fila del sortilegio.
Svelato il mistero con il sacrilegio.
Solitaria è rimasta la radura
terminata l’arcana avventura.