[Scena: Un antico bosco, al chiarore lunare. Demetra, la dea della fertilità, e sua figlia Proserpina, si trovano sedute su un antico altare, leggendo antichi versi incisi su tavole di papiro.]
Demetra: Guarda, Proserpina, questi antichi versi parlano del girotondo delle Fate, delle loro danze eteree che annunciano la nascita della primavera.
Proserpina: Sì, madre mia, ma c’è qualcosa di oscuro in queste parole. “Ombrose membra bramano bare, are e altari su cui riposare.” Quali misteri si celano dietro questa oscurità?
Demetra: Sono parole che evocano la solennità di luoghi ancestrali, di un passato che sembra voler rivivere attraverso queste righe. Ma è come se qualcuno, un’entità sconosciuta, tentasse di svelare verità nascoste.
[Il coro, composto da figure enigmatiche, si avvicina con movenze rituali, intonando canti che echeggiano nell’oscurità del bosco.]
Coro: Sion, città solenne d’innocenti persuasioni, canta le odi dei trapassati, infossati nella memoria come sovrani mummificati. Raggelate le emozioni da reali allucinazioni.
Demetra: Sentite, creature dell’ombra, portatori di segreti antichi, potete voi svelare l’arcano di queste parole? Il significato nascosto che si cela dietro questa visione?
Coro: Dragoni di frigide regioni, destati da soli infernali, infierano su ferite da angeli senza ali.
[Un’atmosfera di tensione si diffonde nel bosco mentre il mistero si infittisce.]
Proserpina: Madre, c’è qualcosa di sinistro in queste parole. Come possiamo decifrare questo sortilegio?
Demetra: Alice, spettatrice impassibile, recide il filo invisibile che tiene le fila del sortilegio. Svelato il mistero con il sacrilegio. Chi è questa Alice? E quale sarà il sacrificio che svelerà il velo dell’incanto?
[Il coro si disperde nell’oscurità, lasciando Demetra e Proserpina con il papiro, ancora intriso di segreti antichi.]
Demetra: Rimasta solitaria è la radura, terminata l’arcana avventura. Ma la verità è ancora celata. Dovremo cercare risposte per svelare l’arcano di queste parole.