Era una giornata d’autunno, poco prima del suo sessantesimo compleanno, quando Enrica, una poetessa e psicoanalista, si ritrovò a visitare il maestoso teatro progettato da Andrea Palladio. In quel momento, sembrava che il destino stesso le svelasse il suo volto segreto, rivelandole il senso profondo del viaggio che aveva compiuto per tutta la sua vita. Le linee armoniose e le proporzioni perfette di quell’edificio iniziarono a prendere vita davanti ai suoi occhi, come una musica silente che le vibrava nell’anima.
Enrica aveva sempre sentito un’attrazione irresistibile verso le cose nascoste sotto la superficie delle apparenze. Aveva studiato arte e filosofia per gran parte della sua vita, ma nulla l’aveva mai colpita così profondamente. Quel maestoso teatro sembrava raccontare una storia segreta, una narrazione di bellezza e spiritualità celata, come un linguaggio segreto, un codice nascosto nelle proporzioni. Era un momento epifanico, che rivelò il viaggio che aveva intrapreso fin dalla sua nascita.
Enrica aveva attraversato molte fasi nella sua vita, ciascuna segnata dai suoi incontri con l’amore. La fase nera, o “negreido,” era stata un periodo di oscurità e confusione, seguito dalla fase dell’ “albeido,” un momento di purificazione e crescita personale. La fase successiva, aveva visto la trasformazione dell’anima in preparazione della rubeido, era stata la fase dell’affermazione professionale, la citrinitas, in cui aveva trovato la realizzazione nel suo lavoro.
Ora, Enrica si trovava nella fase della maturità, o rubeido, un momento in cui l’incontro con l’altro e la relazione amorosa si univano al suo cammino di crescita e trasformazione. Il destino le aveva rivelato il suo volto segreto proprio in questo momento di epifania. Nella vita di Enrica, tutti gli elementi del suo percorso si erano sintetizzati in un unico quadro, come se ogni colore, ogni sfumatura, e ogni pennellata avessero contribuito a creare un’opera d’arte di significato profondo. Era il risultato di un’odissea interiore, un cammino di conoscenza e di amore, in cui il destino aveva rivelato il suo volto e l’universo aveva danzato al ritmo della sua crescita.
Con una nuova comprensione del suo viaggio e del significato della sua vita, Enrica si sentiva rinata, pronta per affrontare il nuovo capitolo insieme all’amore che aveva trovato. Era una fase di creazione, giorno per giorno, come se il destino stesso si stesse rivelando in questa fase di scoperta e significato. La storia di Enrica, poetessa e psicoanalista, era una testimonianza della forza dell’anima umana, della ricerca interiore, e della bellezza che può essere trovata e svelata nelle proporzioni e nelle linee di un antico teatro. Era un racconto di scoperta, rivelazione e rinascita, un promemoria che il viaggio della vita è un’eterna avventura alla ricerca del nostro destino segreto, con l’amore che illumina il cammino. L’amore, un’energia universale che vibra nell’universo, aveva trovato spazio in Enrica, che aveva finalmente compreso che questo amore era appunto la gnosi, la conoscenza segreta che aveva svelato il senso profondo del suo cammino. Ora, sapeva che il giorno della sua nascita, il 11 novembre, celebrato come la festa di San Martino che celebrava l’empatia e la condivisione, rifletteva le doti che la caratterizzavano, come un omaggio del destino alla sua essenza profonda.