Secondo Jean Starobinski, la scrittura del sé, ovvero l’autobiografia, è un genere letterario e un’attività umana che presenta alcune caratteristiche specifiche, alcune delle quali possono essere riassunte come segue:
- Riflessione sul sé: La scrittura autobiografica implica una profonda riflessione sul sé, sulla propria identità e sulla propria esperienza di vita. Gli autori autobiografici si interrogano sulle loro esperienze, emozioni, pensieri e sul significato della loro esistenza.
- Esplorazione dell’interno: Starobinski enfatizza l’importanza dell’indagine dell’io interiore nell’autobiografia. Gli scrittori del sé cercano di penetrare nei recessi della propria psiche, esplorando le emozioni, i desideri, le paure e le contraddizioni che li caratterizzano.
- Autenticità e onestà: Starobinski sostiene che l’autobiografia richiede un impegno sincero e onesto da parte dell’autore. Gli scrittori del sé devono essere disposti a esporre le loro debolezze, i loro fallimenti e le loro imperfezioni, senza mascherare la realtà o idealizzare se stessi.
- Doppia identità: Una caratteristica importante dell’autobiografia, secondo Starobinski, è la presenza di una doppia identità. Gli autori si trovano spesso in conflitto tra l’io pubblico, l’immagine che vogliono presentare al mondo, e l’io privato, l’identità più intima e autentica che emergono attraverso la scrittura.
- Narrazione creativa: La scrittura autobiografica è più di una semplice registrazione dei fatti della vita. Gli autori del sé utilizzano la lingua e la narrazione in modo creativo per costruire una storia personale che dà forma e significato alla loro esperienza.
- Dialogo con la società e la cultura: Starobinski sottolinea l’importanza di considerare il contesto sociale e culturale in cui si svolge la scrittura autobiografica. Gli individui sono influenzati dalle norme sociali, dalle aspettative culturali e dalle convenzioni letterarie quando si impegnano nell’autobiografia.
- Ricerca di senso: La scrittura autobiografica è spesso una ricerca di senso nella propria vita. Gli autori cercano di dare un ordine ai loro ricordi ed esperienze attraverso la narrazione, cercando di creare un senso di continuità e coerenza nella loro esistenza.
- Esplorazione della temporalità: Starobinski esamina anche il ruolo del tempo nella scrittura autobiografica. Gli autori del sé riflettono sul passato, il presente e il futuro, esplorando come il tempo influenzi la loro identità e la loro percezione di sé stessi.
La scrittura autobiografica per Starobinskj è un genere letterario che coinvolge un profondo processo di riflessione, auto-esplorazione e narrazione creativa.
Gli autori del sé cercano di dare un senso alla loro vita, esplorando l’identità e la temporalità, mentre dialogano con il contesto sociale e culturale che li circonda. La loro sfida è quella di trovare un equilibrio tra l’io pubblico e l’io privato, rivelando onestamente se stessi nella narrazione.
Autori che hanno lavorato a questa prospettiva.
Numerosi autori hanno contribuito allo sviluppo della prospettiva autobiografica attraverso un approccio narrativo o di storytelling. Questi autori hanno utilizzato tecniche narrative per raccontare le proprie storie di vita in modo coinvolgente e artistico. Ecco alcuni di questi autori:
- James Baldwin: Nelle sue opere autobiografiche, come “Il giovane alla riscossa” e “Un’altra nazione”, Baldwin utilizza uno stile narrativo coinvolgente per esplorare le sue esperienze di vita come afroamericano e omosessuale negli Stati Uniti.
- Maya Angelou: La serie di memorie di Angelou, iniziando con “Io so perché canta l’uccello in gabbia” e continuando con sette volumi, utilizza una narrazione potente per esplorare la sua vita dall’infanzia alla maturità, affrontando temi di razza, genere e identità.
- Frank McCourt: In “Le ceneri di Angela”, McCourt usa una prosa narrativa accattivante per raccontare la sua infanzia nell’Irlanda impoverita e il suo successivo trasferimento negli Stati Uniti.
- Jeannette Walls: “Il castello di vetro” è un’autobiografia che si legge come un romanzo, in cui Walls racconta la sua infanzia difficile e nomade con una famiglia eccentrica.
- Tobias Wolff: Wolff è noto per le sue memorie, tra cui “Questa boy” e “In Pharaoh’s Army”, che utilizzano una narrativa avvincente per esplorare la sua crescita e il suo servizio nell’esercito durante la Guerra del Vietnam.
- Cheryl Strayed: In “Wild – Una storia selvaggia”, Strayed narra il suo viaggio di rinascita attraverso un lungo sentiero escursionistico. La sua prosa coinvolgente e onesta cattura l’attenzione del lettore.
- Jeanette Winterson: In “Perché essere felici quando puoi essere normale?”, Winterson utilizza un approccio narrativo per esplorare la sua infanzia difficile, la scoperta della sua sessualità e il suo viaggio verso l’identità.
- Alison Bechdel: “Fun Home” è un romanzo grafico che utilizza il medium dei fumetti per raccontare la storia di crescita di Bechdel, esplorando la sua relazione complessa con suo padre e la sua identità lesbica.
Questi autori hanno dimostrato come il storytelling può essere un potente strumento per esplorare le esperienze di vita personali in modo profondo e coinvolgente, trasformando le loro storie in opere letterarie di valore duraturo.
Anche in Italia ci sono autori che hanno sviluppato la prospettiva autobiografica attraverso lo storytelling. Ecco alcuni autori italiani noti per le loro opere autobiografiche:
- Elsa Morante: “La Storia” è un romanzo autobiografico che mescola elementi della vita di Morante con la storia d’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo libro è considerato uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea.
- Primo Levi: L’opera autobiografica più famosa di Levi è “Se questo è un uomo”, in cui racconta la sua esperienza come prigioniero nei campi di concentramento nazisti durante l’Olocausto. Questo libro è un resoconto toccante e testimonianza della sua sopravvivenza.
- Dino Buzzati: “Un amore” è un romanzo autobiografico in cui Buzzati racconta la sua storia d’amore con una donna sposata. La sua scrittura evocativa e la profondità emotiva rendono questa opera unica nel suo genere.
- Aldo Nove: “La vita oscena” è un’autobiografia che tratta temi come la dipendenza da droghe e l’autodistruzione. Nove utilizza uno stile di scrittura crudo e sincero per raccontare la sua esperienza personale.
- Niccolò Ammaniti: In “Io e te”, Ammaniti narra la storia di un adolescente che si nasconde nel seminterrato del suo condominio per una settimana. Questo romanzo esplora le complesse dinamiche familiari e la ricerca di identità dell’adolescenza.
- Davide Enia: “Così in terra” è un’autobiografia che racconta la vita dell’autore in Sicilia, affrontando temi come la mafia, l’emigrazione e la cultura siciliana. Enia utilizza una prosa poetica per esplorare la sua identità e le sue radici.
- Susanna Tamaro: “Va’ dove ti porta il cuore” è un romanzo autobiografico che esplora il rapporto tra una nipote e sua nonna. Tamaro utilizza una narrazione toccante per esplorare i legami familiari e la comprensione interiore.
Questi sono solo alcuni esempi di autori italiani che hanno utilizzato il storytelling per esplorare le proprie vite e esperienze in modo creativo e coinvolgente attraverso l’autobiografia.
Ecco la lista delle autrici italiane e straniere che hanno affrontato la tematica autobiografica attraverso i loro romanzi, organizzate in modo cronologico in base all’anno di pubblicazione delle opere più rappresentative:
Donne italiane:
- Grazia Deledda
- “Elias Portolu” (1903)
- “Cenere” (1904)
- Sibilla Aleramo
- “Una donna” (1906)
- Natalia Ginzburg
- “È stato così” (1947)
- “Le voci della sera” (1961)
- Oriana Fallaci
- “Lettera a un bambino mai nato” (1975)
- Lea Vergine
- “Io, Jean-Jacques Rousseau” (1990)
- Dacia Maraini
- “La lunga vita di Marianna Ucria” (1990)
- “Voci” (1994)
- Benedetta Tobagi
- “La scrittrice abituale” (2009)
- Elena Ferrante
- “L’amica geniale” (2011)
- “Storia del nuovo cognome” (2012)
- “Storia di chi fugge e di chi resta” (2013)
- “Storia della bambina perduta” (2014)
Donne straniere:
- Helen Keller (Stati Uniti)
- “La mia storia” (1903)
- “La storia della mia vita” (1905)
- Virginia Woolf (Regno Unito)
- “La signora Dalloway” (1925)
- “Al faro” (1927)
- Anne Frank (Paesi Bassi)
- “Il Diario di Anne Frank” (1947)
- Maya Angelou (Stati Uniti)
- “Io so perché l’uccello in gabbia canta” (1969)
- “Canto di me stessa” (1970)
- Simone de Beauvoir (Francia)
- “Memorie di una giovane ragazza” (1958)
- “La forza delle cose” (1963)
- Assia Djebar (Algeria)
- “La soif” (1957)
- “L’amour, la fantasia” (1985)
- Audre Lorde (Stati Uniti)
- “Zami: A New Spelling of My Name” (1982)
- “Sister Outsider” (1984)
- Isabel Allende (Cile)
- “La casa degli spiriti” (1982)
- “Eva Luna” (1987)
- Nawal El Saadawi (Egitto)
- “La donna alla finestra” (1983)
- “La primavera araba e la donna” (2011)
- Malala Yousafzai (Pakistan)
- “Io sono Malala” (2013)
Questa lista presenta alcune delle opere più significative di queste autrici, le quali hanno utilizzato la scrittura per esplorare le loro esperienze personali, la loro identità e le questioni sociali attraverso un arco temporale che copre diversi decenni.