IL BUCO NEL MURO

In omaggio a Giordano Bruno.

Il buco nel muro
Quando finalmente si rompe un muro di silenzio o si allarga la crepa incrinata dal riemergere dei ricordi censurati nella memoria, irrompe con forza una cascata di ricordi.
Come l’acqua sbarrata dalla diga, finalmente si manifesta anche con il terrore quello che era conosciuto ma rimaneva taciuto.

Quando diveniamo forti possiamo trovare lo stomaco di guardare e di raccontare quello che non riuscivamo a dire e finalmente ci si sente liberati. Ē meraviglioso osservare che successivamente si aprono racconti e immagini e finalmente può accedere qualcosa di nuovo perché ci possiamo sentire liberi.
Spesso però accade che i ricordi erano stati censurati da un divieto troppo profondo e così al momento di libertà succedono momenti di ripristino della censura, ripristino affannoso (seguito da panico) di un ordine costituito , che da l ‘illusione di sicurezza .
Si cerca di tappare nuovamente il buco o la crepa aperta nel muro, di mantenre ferma la situazione, tutto sotto controllo.
Si cerca di richiudere il buco, di rattoppare ciò che si strappato, nel tentativo, spesso disperato di recuperare una visione della vita e della realtà che si è frantumata. In questo tentativo, proprio perché l’io del soggetto è andato in briciole, si piò manifestare con la violenza della follia una forza aggressiva distruttrice della libertà. Una libertà, che richiede una forza repressiva superiore alla potenza che ha generato la rottura, che ha prodotto la breccia .
È in questo frangente che si manifesta, che può manifestarsi, tutta l’aggressività e la violenza della scissione.


La scissione non è solo rimozione è una forma più profonda e più antica di difesa dell’io nei confronti di un trauma. Una forma di difesa che genera follia e nei secoli, ne abbiamo visti esempi, non solo sul piano individuale ma anche sul piano collettivo. Basti pensare alla vicenda della Santa inquisizione, alla conclusione del Rinascimento nel concilio di Trento.

Agire tanta aggressività e violenza per mantenere intatto ciò che non doveva essere cambiato, trasformato, è la censura violenta del grande inquisitore!

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