Accontentarsi o non accontentarsi, questo è il dilemma!
In amore è vero tutto e il contrario di tutto, per amore si fanno atti eroici, a volte si tace a torto o a ragione, per amore spesso mettiamo da parte noi stessi.
Ciò che sappiamo di certo, in amore è che possiamo partire soltanto dalla nostra capacità di amare.
Spesso forti di questa energia ci lanciamo nelle imprese più impensate e anche più improbabili senza guardarci indietro, tutto sarebbe perfetto se nell’amore non fossimo in due. Essere in due comporta essere in relazione e la relazione può essere di due tipi o interdipendente, cioè di dominio che ricade sotto la logica sadomasochista, oppure intersoggettiva che si iscrive nell’area della logica della reciprocità.
La logica della reciprocità e la logica della costruzione, la logica che porta i soggetti a costruire e a condividere insieme una visione del mondo, una prospettiva che costruisce ponti, attraversa confini e crea uno slancio evolutivo.
Questa creazione può manifestarsi su tutti i piani. Quando si manifesta nella forma del dialogo profondo coinvolge anche il piano dell’energia spirituale che spinge l’uomo e la donna a concepire nuove prospettive di vita e orizzonti futuri.
L’amore solipsistico non è fertile ed esclude la creatività, la potenzialità del nuovo diventa seduzione tanatofera e non può che sfociare in una relazione di vampirismo. Il vampirismo è seduttivo, sicuramente muove le forze più oscure e occulte che ci attraversano e quando si manifesta, spinge la libertà verso il soffocamento, ma è illusorio. Proprio per questa sua intrinseca caratteristica è fragile e si può vincere.. la partita con il vampiro è una partita persa in partenza per il vampiro perchè anche i vampiri si stancano di essere vampiri, nell’eternità del non mutamento.
La meraviglia di un amore che dona se steso non si avvicina al territorio del calcolo e dell’uso pianificato e non possiede nemmeno uno statuto certo. L’amore per sua natura si articola nel territorio dell’inatteso, e quando si manifesta ci avvolge con lo stupore epifanico di una rivelazione, è come trovare inaspettato, sulla tavola al mattino, il budino al cioccolato.
In quest’epoca avvelenata dal cinismo tutto diventa incredulià e quando ci innamoriamo stiamo pronti con la difesa alzata, tiriamo il freno a mano e finiamo per colorare tutto di follia, si blocca lo slancio creativo dell’amore, si disinnesca l’energia capace di farci volare per restare a girovagare nelle pozzanghere di sale sparse sulla scogliera, da dove sono migrati anche gli ultimi gabbiani.
La difesa alzata, è un messaggio di guerra non di accoglienza e così, senza nemmeno rendercene conto, ci adattiamo alla zona di contort disfunzionale che tanto conosciamo, che tanto ci rassicura, perché l’ovvietà del grigio quotidiano sembra rassicurante e ci opponiamo con tutte le forze, al trasporto delle emozioni che così intensamente ci ricordano che siamo vivi, anche se in panico. Ma il panico, viene concepito troppo spesso, soltanto come disagio, e venedo disconosciuta la potenza traformatrice di cui è portatore si fa potente e travolge l’aspetto distruttivo della forza.
Perduta la speranza, fra le false certezze, in cui cerchiamo la nostra vita a brandelli, giochiamo a briscola con il nostro destino e non osiamo più, una bella partita di poker.