Fra Storia Antica e Neuroscienze: Considerazioni sull’Inconscio
Il concetto di inconscio affonda le sue radici nell’antichità, risalendo a un’epoca in cui l’umanità primitiva tentava di connettersi con misteri interiori attraverso pratiche religiose e rituali. Gli Orfici e i Pitagorici, con la loro filosofia esoterica, parlarono di un sapere nascosto nell’anima, una conoscenza che richiedeva introspezione per essere rivelata. Anche Platone, con il suo celebre mito della caverna, descrisse un percorso conoscitivo che porta dalla condizione di oblio a una consapevolezza cosciente, attraverso la reminiscenza. Questo processo platonico, che ha forti risonanze con il concetto di inconscio di Carl Gustav Jung, ci invita a riscoprire idee eterne (gli archetipi di Jung) che risiedono nelle profondità della psiche .
La tradizione religiosa non è stata estranea a questa concezione. Pizia, la sacerdotessa di Delfi, esortava i pellegrini con il famoso “conosci te stesso”, un invito che riecheggia nella tradizione cristiana, dove Sant’Agostino proclamava: “Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità” . Tuttavia, durante il Medioevo, l’interiorità dell’uomo divenne un terreno controllato dalla Chiesa, che stabiliva come e quando il fedele potesse accedere a questa dimensione, relegando la riflessione interiore a una sfera mediata e controllata.
Nonostante ciò, l’introspezione non scomparve mai del tutto. La pratica dell’analisi interiore, sebbene affievolita, continuò a manifestarsi, seppur confinata spesso a credenze popolari legate a sogni e premonizioni. In questo contesto, l’ascolto della dimensione inconscia veniva spesso associato alla magia e alla stregoneria.
Con l’avvento della psicoanalisi e delle neuroscienze, il concetto di inconscio ha assunto una nuova veste, entrando nella sfera scientifica. La pubblicazione de L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud nel 1899 segnò un punto di svolta epocale. Freud sostenne che il sogno fosse la “via regia” per accedere all’inconscio, dando così una valenza scientifica a ciò che fino ad allora era stato considerato solo credenza popolare. L’inconscio freudiano, rappresentato dall’Es, è il luogo dove risiedono gli istinti e la libido, una forza primitiva e amorale che guida l’individuo secondo il principio del piacere. Con l’introduzione del concetto di Io e Super-Io, Freud delineò un modello di psiche umana caratterizzato da conflitti tra pulsioni istintuali e norme sociali interiorizzate .
Tuttavia, la visione dell’inconscio proposta da Freud non fu l’unica. Nel 1913, Carl Gustav Jung, con il saggio La libido e i simboli della trasformazione, propose una concezione diversa, introducendo il concetto di inconscio collettivo. Per Jung, l’inconscio collettivo rappresenta un deposito universale di esperienze umane, composto da archetipi come la Persona, l’Anima, l’Ombra e il Sé. Il Sé, secondo Jung, è il centro dell’equilibrio psichico e il fulcro del processo di individuazione, un percorso di unificazione con sé stessi e con l’umanità .
Marie-Louise von Franz, una delle più illustri allieve di Jung, espanse questa visione affermando che le fiabe rappresentano l’espressione più pura dei processi psichici dell’inconscio collettivo. La fiaba di Pinocchio, ad esempio, è interpretata come una metafora della vita e del percorso di individuazione .
Un altro contributo significativo al concetto di inconscio venne dalla psicoanalista italiana Silvia Montefoschi, che nel suo lavoro Dialettica dell’inconscio (1980) propose una visione unitaria di mente e corpo, sostenendo che l’inconscio è un patrimonio di conoscenza registrato nel DNA umano. Questa visione, che abbraccia sia il pensiero che la materia, ristabilisce una profonda connessione tra corpo e spirito .
Con il progresso delle neuroscienze, il concetto di inconscio ha subito ulteriori trasformazioni. Oggi, i processi inconsci sono considerati non solo espressioni della mente, ma anche del cervello e del corpo. Efrat Ginot, nel suo libro Neuropsicologia dell’inconscio (2017), esplora come il cervello-mente percepisca l’ambiente interno ed esterno basandosi su mappe inconsce preesistenti. Secondo Ginot, questi pattern profondamente radicati di emozioni, comportamenti e processi cognitivi influenzano le nostre azioni in modo automatico, spesso al di là della nostra consapevolezza .
Le neuroscienze, con le loro tecniche avanzate di ricerca, hanno permesso di esplorare la complessità dell’inconscio in modo mai immaginato prima. Un esempio fondamentale di questa nuova prospettiva è rappresentato dalla scoperta dei neuroni specchio, che illustrano come la mente inconscia pre-riflessiva guidi gran parte del nostro operare quotidiano .
Bibliografia
- Platone. (2009). Repubblica. Laterza.
- Sant’Agostino. (1993). Confessioni. Garzanti.
- Freud, S. (1899). L’interpretazione dei sogni. Bollati Boringhieri.
- Jung, C. G. (1913). La libido e i simboli della trasformazione. Bollati Boringhieri.
- Von Franz, M. L. (1980). Le fiabe interpretate: Il simbolismo delle fiabe nella psicologia del profondo. Bollati Boringhieri.
- Montefoschi, S. (1980). Dialettica dell’inconscio. Feltrinelli.
- Ginot, E. (2017). Neuropsicologia dell’inconscio. Raffaello Cortina.
- Rizzolatti, G., & Sinigaglia, C. (2006). So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio. Raffaello Cortina.
I processi inconsci sono intelligenti e adattivi in tutto il mondo vivente, come sosteneva Dawkins (1976), e in natura, la “mente inconscia” è la regola, non l’eccezione.
Un excursus, molto tecnico, strutturato in maniera chiara e semplice, usufruibile anche dai comuni mortali che generalmente non conoscono la materia( come lo scrivente), della trattazione dell’inconscio.
Stimola la curiosità di addentrarsi in questo mondo, con ogni mezzo ed in ogni occasione, di calarsi nel proprio “io”, alla ricerca di qualche risposta connettiva ai tanti “perchè” comportamentali che ci poniamo senza mai trovare un nesso causale che soddisfi la nostra sete di sapere, di conoscenza, di illuminare le nostre zone d’ombra.
Ho pensato di scrivere questo articolo per i miei studenti del corso serale cercando di dare in modo chiaro e sintetico l’idea di un concetto che è divenuto protagonista nella cultura contenporanea…